In virtù di ostetrica associata all´AIORCE (Associazione Italiana di Ostetriche per i Rapporti Culturali con l´Estero) desidero proporre alcune argomentazioni a proposito della chiarezza della “questione della Doula/Mother Assistant” che la presidente Antonella Marchi, desidera fare durante il Summit Internazionale sulla Nascita del prossimo Maggio.
Viene infatti scritto:
“Come AIORCE, abbiamo deciso di partecipare all’interno di questo gruppo per “vigilare” e “chiarire in via definitiva” la questione.
Nessuna di noi, sia chiaro, accetta la presenza di una figura ad oggi non riconosciuta dal Sistema Sanitario Italiano, ma vorrei sottoporre alla vostra attenzione il fatto che neppure l’epidurale faceva parte del nostro percorso, ma oggi ci dobbiamo confrontare con questa tematica. L’OMS ha prodotto un documento su questa figura, è assolutamente necessario essere a quel tavolo per proteggere i nostri spazi professionali. E questo è quello che andremo a fare, all’interno di quel gruppo di lavoro ci saranno 4 membri del TEAM AIORCE!”
Infatti, proprio durante il convegno, ci saranno dei gruppi di lavoro che tratteranno il tema “Doula”, come . Io personalmente accetto di buon grado la figura della Doula/Mother Assistant proprio come ostetrica. Questo per i motivi che vado a elencare:
1) La Mother Assistant non è una figura sanitaria come riporta la descrizione del sito dell´Associazione Mother Assistant (La mother assistant) “Non è una figura sanitaria, quindi, non sostituisce il medico di base, il ginecologo, il pediatra, l’ostetrica, e neppure l’assistente sociale o altri operatori dei Servizi Socio-Sanitari del territorio, ma neanche la stessa mamma, il padre, la suocera, la sorella, l’amica fidata della donna, la collaboratrice familiare per il lavoro domestico. La Mother Assistant non è, quindi, in competizione con alcuna delle figure professionali, e non, sopra citate: si rapporta con esse, con esse collabora e ad esse chiede collaborazione, nell’esclusivo interesse e con il solo obiettivo del benessere della donna-madre, del bambino, del contesto familiare nel suo insieme.” Quindi, da come si evince, il S.S.N. non è chiamato a riconoscerne nessuna identità, semplicemente è una professione del tutto non sanitaria.
2) La Mother Assistant è una professione riconosciuta. Si legge infatti che “questa nuova figura professionale trova la propria forza e legittimità anche nella recente Deliberazione della Giunta regionale dell’Umbria (del 7 aprile 2004, n. 394), nella quale, alla voce: “Linea di indirizzo alle Aziende sanitarie relative al progetto del PSR 2003-2004, punto 8.5.1 relativamente a Salute Donna e neonato”, si afferma di: ”…sperimentare la utilizzazione delle Mother Assistant già formate nella nostra regione, in modo da favorire un percorso nascita che sia davvero domiciliare”.
3) In molte parti del mondo la figura della doula esiste ed è accettata, anche e soprattutto dalle donne stesse che conoscono la differenza tra questa figura e quella dell´ostetrica.
Si legge infatti su vari siti internet inglesi d´informazione sulla maternità :
“Una doula potrebbe provvedere la continuità dell´assistenza e di supporto per te, soprattutto quando non conosci l´ostetrica. In realtà non esiste conflitto, quando una doula ti sostiene, poichè entrambe collaborano per la nascita” [1]. Si continua leggendo su un sito d´informazione statunitense per le donne “L´ostetrica svolge cure sanitarie, la doula è una figura di sostegno”. [2]
Per quanto riguarda la situazione lavorativa dell´Ostetrica in Italia, io credo che bisognerebbe occuparsi di ben altro rispetto all´esistenza riconosciuta o meno della doula che, devo ammettere, talvolta compie un ottimo lavoro di assistenza domiciliare sia prima sia dopo il parto, essendo, la donna italiana, completamente abbandonata a se stessa quando partorisce in ospedale. L´attenzione, infatti dovrebbe spostarsi non tanto sul fatto che le Mother Assistant esistono e lavorano nel nostro Paese, ma sul fatto che la maggior parte delle Ostetriche sono dipendenti del SSN e svolgono la loro professione in ospedali o nei consultori, abbandonando completamente il loro lavoro di assistenza alla donna. Dal momento in cui il numero delle Ostetriche libere professioniste è irrisorio e quindi la continuità dell´assistenza nel nostro Paese è del tutto un tasto dolente della qualità del Percorso Nascita, l´attenzione non dovrebbe concentrarsi sul confronto tra Ostetiche e Mother Assistant, ma sul dialogo di tali professioni in virtù della continuità dell´assistenza e della tutela dell´allattamento naturale. Tale dialogo potrebbe essere non solo un arricchimento professionale per entrambe le figure, ma soprattutto un metodo di sostegno che potrebbe essere d´aiuto in modo cospicuo al mantenimento della fisiologia della gravidanza e alla prevenzione della solitudine dopo il parto.
Il futuro dell´assistenza alla nascita in maniera naturale dev´essere l´obiettivo di un confronto rispettoso e propositivo che veda le Ostetriche e le Mother Assistant non come rivali, ma come collaboratrici.
Desidero quindi che le doule siano l´oggetto della discussione, non come rivali, ma come alleate della nascita normale e dell´allattamento naturale. Per tale motivo chiedo, a nome delle doule e delle mother assistant che alcune rappresentanti di tale categoria siano chiamate a dialogare con le ostetriche.
Rachele Sagramoso
Ostetrica