Perché sono diventata una doula?

L’idea mi è venuta in un pomeriggio d’inverno in cui stavo sfogliando un giornale e ho incontrato un articolo su cosa è e cosa fa una doula.

Di colpo mi sono ricordata: la gioia e lo smarrimento di quando ho scoperto di essere incinta; la curiosità e la paura del dolore del parto; l’abisso di responsabilità che mi attendeva al ritorno a casa con il mio fagottino; la solitudine di quelle lunghe notti senza sonno; il fastidio per le presenze indesiderate e i consigli continui da tutte le parti; la voglia di condividere emozioni che si fermavano nel cuore per la paura di non essere capita.

Ricordi dolci e amari, che sarebbero stati più felici e leggeri se avessi trovato in quei momenti la presenza senza giudizio e l’accompagnamento delicato che una doula può offrire: un accompagnamento sempre diverso, come diverse sono le donne e le loro storie, al primo, secondo o terzo bambino. Una presenza fatta di pomeriggi pigri di chiacchiere o di momenti concitati in cui la doula diventa cuoca improvvisata con ciò che trova in frigo, o inventa giochi per la sorella maggiore mentre la mamma si fa una doccia rilassante.

Una complicità che continua oltre il momento della nascita, per affrontare insieme altri passaggi delicati.

Tutto questo e ciò che ancora non so, ma che cerco di scoprire ogni volta per rendere l’attesa e la nascita un momento sereno per la mamma e per tutta la famiglia: papà, nonni, fratelli, sorelle, cani, gatti e tartarughe.

Parlo inglese e spagnolo.